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Si è svolto a Torino il Tech Day, evento organizzato da Fpt Industrial e Wired Italia. Tra i temi la propulsione del futuro, la digitalizzazione e l'intelligenza artificiale

Il mondo dei motori, la trasformazione 4.0, la sostenibilità. Questi i temi dell’edizione 2018 del Tech Day. Un evento promosso da Fpt Industrial in collaborazione con Wired Italia andato in scena il 23 novembre al Cnh Industrial Village di Torino. Una mattinata di incontri per presentare il futuro del brand e il ruolo delle nuove tecnologie nell'industria 4.0. Nel pomeriggio spazio invece all'esperienza toccata con mano, con la presentazione di Cursor X, mostrato direttamente al pubblico. Oltre che agli stand di diversi espositori. Dalle Hololens di Microsoft al Mate Esoskeleton sviluppato da Comau, i robot ballerini di MadLab 2.0 e i motori 3D printed di TheFabLab. Fino a che, poco dopo le 16:00, il megadrone Forvola ha stabilito un record, sollevando per oltre un minuto un peso superiore ai cento chilogrammi.

Un’occasione, per l’azienda che produce motori per mezzi pesanti, di presentare al pubblico proprio Cursor X. Si tratta del concept di una power source modulare capace di integrare diverse fonti di alimentazione e di adattarsi alle diverse necessità. Un progetto che rappresenta una visione del futuro e insieme l’evoluzione naturale dell’attività di Fpt Industrial. Azienda già oggi leader sul fronte della sostenibilità, con una quota di mercato in Europa pari al 70% dei furgoni e all’85% dei camion alimentati a gas naturale.

Un’innovazione che arriva mentre tutta l’industria sta vivendo la rivoluzione del 4.0“In realtà il vero cambiamento riguarda la velocità dell’innovazione, che sta accelerando in modo esponenziale”, ha sottolineato Annalisa Stupenengo, Brand President di Fpt Industrial. L’industria dell’automotive, infatti, “è stata una delle prime a introdurre il digitale. I primi motori elettrici sono comparsi negli anni Cinquanta. E quando, alla fine degli anni Ottanta, sono state introdotte le Engine Control Units, i motori sono diventati sempre di più sistemi meccanici con un cervello digitale”. Non è, però, solo una questione di propulsori. “Sistemi come il nostro High-Efficiency Scr, ha sottolineato la Brand President di Fpt Industrial, “riducono le emissioni grazie a sofisticati algoritmi”.

Tutti elementi che tracciano la strada verso un futuro di “transizione verso nuove forme di energia. Nel breve periodo la combustione interna resterà prevalente. Ma saremo chiamati a ridurre ulteriormente le emissioni e in questo un ruolo importante sarà giocato dal gas naturale”, ha continuato Stupenengo. Poi ci sono i motori elettrici e, in un futuro più lontano, le celle a combustibile a idrogeno. “Non ci sarà una soluzione unica per tutti”, ha raccontato, “ogni fonte energetica ha caratteristiche diverse e risponde a bisogni differenti. Per questo immagino un mercato popolato da più alternative che coesistono. Un futuro sempre più attento all’ambiente, per questo abbiamo definito il Cursor X come un concept designed for Planet Earth.

La sfida, nel settore dell’automotive, non è però solo tecnologica. Ma anche ambientale“La visione della Commissione europea è quella di ridurre a zero le emissioni dei veicoli, che oggi rappresentano il 15% del totale, entro il 2050“. A ricordarlo dal palco è stato Matej Zakonjsek, capo di gabinetto del commissario europeo ai Trasporti.

E appunto il 4.0 è la soluzione che permette di conciliare i temi ambientali, e le restrizioni che portano con sé, alle necessità dei clienti in un mercato in rapida evoluzione. Ma quali sono le applicazioni possibili? C’è intanto un modello di virtual validation. “Abbiamo virtualizzato le diverse componenti dei propulsori e questo ci permette di testare diversi tipi di configurazione in tempo reale”, ha spiegato Philip Scarth, ingegnere del centro di ricerca e sviluppo Fpt Industrial di Arbon, in Svizzera. Un processo dinamico, che si alimenta dei dati raccolti dai motori in circolazione, con l’obiettivo di fornire un prodotto sempre migliore.

Sostenibilità è la parola chiave, ha sottolineato invece Peter Ommeslag, Director of the Industry 4.0 global program at Cnh Industrial. “La sostenibilità riguarda i lavoratori, dato che il 4.0 può amplificare le loro capacità. Riguarda gli aspetti economici, dato che con le applicazioni di Manufacturing intelligence abbiamo sviluppato un processo decisionale data driven che agisce in tempo reale e rende più efficiente il processo produttivo”. E poi c’è l’ambiente, settore nel quale la sostenibilità si misura con le costanti riduzioni di emissioni di CO2“Abbiamo ridotto del 14% le emissioni per tonnellata di merce trasportata”.

L’intelligenza artificiale consente anche una gestione più efficiente del magazzino, ha ricordato Marco Baffoni, Head of Parts Lifecycle di Cnh Industrial Parts&Service. Tracciamento, riconoscimento vocale, algoritmi che predicono i componenti dei quali ci sarà bisogno. Il prossimo step è la stampa 3D“grazie a questa tecnologia i componenti più piccoli potranno essere prodotti direttamente dal cliente, riducendo i costi di stoccaggio e spedizione”. 

“Efficienza e produttività sono state la nostra ossessione sul piano tecnico. E rimangono fattori chiave per essere competitivi in questo settore. Oggi, però, la nostra missione è cambiata: l’obiettivo è quello di convertire l’energia in movimento, utilizzando ogni fonte disponibile”, ha spiegato Pierpaolo Biffali, Head of Product Engineering di Fpt Industrial. La risposta a questo bisogno è, per l’azienda torinese, “un propulsore alimentabile con gas naturale, batterie elettriche, celle a combustibile ad idrogeno“. Appunto Cursor X, il motore di domani.

Un propulsore che dovrà essere “modulare, flessibile e facilmente assemblabile, così da poter trovare applicazione in diversi settori di mercato”. Infine sarà connesso ed intelligente. Capace cioè di “prevedere futuri trend di consumo sulla base dell’esperienza, consapevole del proprio stato di funzionamento, in grado di interagire con la nostra sala di controllo”.

Non meno importante, questo propulsore dovrà essere bello. “Il messaggio che abbiamo voluto lanciare è che questo propulsore è pulito e semplice“, ha spiegato David Wilkie, Head of Cnh Industrial Design Center. “Vogliamo che dia l’idea di essere un robot amichevole. Anche per questo, invece delle cromature, abbiamo scelto delle tinte pastello“.

Un ampio spazio della mattinata è stato quindi dedicato agli esperti con diverse anime, ma che hanno raccontato la propria prospettiva tencologica. Il primo è stato Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino. Il suo, raccontando come la tecnologia possa aiutare l’archeologia, è stato un messaggio molto chiaro: “un museo, per sopravvivere in un mondo che cambia, deve porre al centro la ricerca più che la sua collezione”Jurgen Schmidhuber, cofondatore di Nnaisense, direttore dell’Istituto di intelligenza artificiale svizzero (Idsia) e docente di AI a Usi e Supsi in Svizzera ha spiegato che il prossimo passo dell’artificial intelligence consiste “nell’imparare e pianificare in termini di proprietà. Un po’ come sa fare una piccola scimmia“.

Riccardo Zecchina, professore di fisica teoretica all’Università Bocconi di Milano, ha invece fatto il punto sui problemi ancora aperti del machine learning: “l’intelligenza artificiale deve riuscire a imparare da dati non classificati e riconoscere non solo le correlazioni ma anche i rapporti di causa-effetto“.

Maurizio Cremonini, Head della Marketing and Digital Initiative Platform di ComauMattia De Rosa, Cloud and Enterprise Business Group Lead di Microsoft, e Marco Taisch, docente di Advanced & Sustainable Manufacturing e Operations Management al Politecnico di Milano, sono stati invece i protagonisti di una tavola rotonda dedicata ai temi dell’intelligenza artificiale, dell’automazione e della robotica.

Ultimo a salire sul palco è stato David Orban della Singularity University. L’incertezza del futuro, la necessità di affrontare il cambiamento, il ruolo dell’intelligenza artificiale i temi al centro del suo intervento. “Le macchine”, ha spiegato, “non sono nostri nemici. Lo sono solo le macchine stupide”. E, paradossalmente, “dobbiamo sviluppare intelligenze artificiali che comprendano le conseguenze degli ordini che ricevano e possano decidere di disobbedire”.


Fonte: WIRED.it
 
 
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