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Un’altra istituzione italiana si mette a dare credito alla pseudoscienza. Il 15, 16 e 17 novembre la Triennnale e il Politecnico di Milano ospiteranno il 35° Convegno internazionale di biodinamica (una sorta di omeopatia agricola), opportunamente chiamato Innovazione e ricerca. Alleanze per l'agroecologia. Di cosa si discuterà davvero durante gli incontri è difficile a dirsi a priori: il (poco esplicativo) programma è molto eterogeneo, e spazia dall'architettura paesaggistica all'agricoltura bio-sostenibile, a (appunto) innovazioni e vantaggi apportati dalla biodinamica ai sistemi agricoli. Quali benefici conferiscano le pratiche biodinamiche, però, è ancora da capire: nessuna indagine condotta secondo il metodo scientifico ha mai prodotto prove di reale efficacia. Perché dunque lasciare che temi di dubbia consistenza si insinuino all'interno di convegni scientifici assolutamente seri?
La biodinamica in breve
Enunciata a mo' di parabola da Rudolf Steiner in una serie di lezioni accademiche nella Germania del 1924, la biodinamica è una filosofia che lega la fertilità del terreno e l'agricoltura all'astrologia, a forze cosmiche e spirituali che permeano tutti gli esseri fisici. Ciò si traduce in un insieme di pratiche che potremmo definire esoteriche che ricercano il contatto con la vera essenza della natura, nel rispetto del pianeta e della vita nel suo complesso. Rifacendosi ai suoi principi l'agricoltore è ispirato da una visione olistica del lavoro della terra, ed è in grado non di sfruttare ma di collaborare con minerali, vegetali e animali per ottenere frutti che nutrano corpo e anima. L'azienda agricola diventa dunque un organismo.
Cosa significa in concreto? Significa fare uso di preparati come il famoso cornoletame, che consiste nel riempire un corno di vacca (possibilmente che abbia già partorito) con letame di vacca, seppellirlo e lasciare che questo stagioni sottoterra per tutto l'inverno, fino a Pasqua, in modo da arricchirlo e impregnarlo dell'energia cosmica. Ne basteranno così soli 200 grammi per fertilizzare un ettaro (due campi da calcio) di terreno. In altri preparati ricorrono teschi e interiora di animali farcite con corteccia o fiori, sempre nella convinzione che il metodo accresca e mantenga la fertilità del suolo. E questi sono solo alcuni esempi. Banditi in maniera categorica fertilizzanti e pesticidi sintetici, come del resto avviene per l'agricoltura biologica.
Tutto molto serio. Dal 1930, infatti, esiste l'associazione Demeter che registra il marchio biodinamica, e, appurata la pratica delle metodologie di ispirazione steineraina, certifica l'imprenditore agricolo che vi ricorre.
Perché è pseudoscienza
Tralasciando il fatto che il loro ideatore non ha fornito alcuna giustificazione scientifica delle sue teorie, nessuno ha mai provato in modo empirico il valore delle pratiche di biodinamica. Gli studi che hanno valutato i preparati biodinamici non hanno rilevato alcun effetto sui prodotti finali. Non ci sono cioè differenze tra, per esempio, un pomodoro da agricoltura biodinamica e uno da agricoltura tradizionale: sono nei fatti indistinguibili. Sta poi al consumatore valutare le caratteristiche del prodotto, come il gusto. Quello che cambia è di certo il prezzo.
Pseudoscienza e istituzioni
Come ci è finita la biodinamica in un evento scientifico non solo ospitato ma realizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano, con il patrocinio (tra gli altri) di Comune di Milano e Regione Lombardia? La strategia è subdola: la pseudoscienza si mischia a temi scientificamente solidi, di interesse pubblico, e si ammanta di riflesso di quella credibilità scientifica che non ha.
Ma la vera domanda da porsi è: perché anche le più illustri istituzioni scientifiche del nostro Paese lo permettono a scapito della propria credibilità ? Non è forse tempo di riappropriarsi del proprio ruolo di garanti dell'evidenza?
Aggiornamento. Interpellato, il Politecnico di Milano non ha voluto rilasciare commenti in merito alla questione. La posizione ufficiale è che si tratti di un convegno come tanti altri ospitati.