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L'asteroide '2010 GD37' passerà davvero vicino alla Terra il prossimo 28 dicembre, ma la probabilità di impatto con il nostro Pianeta è talmente remota da non destare preoccupazione. È l'ennesima falsa fine del mondo

(foto: Hubble/Esa)

Dopo esserci liberati delle profezie da fine del mondo firmate prima Maya, poi David Meade e infine Mathieu Jean-Marc Joseph Rodrigue, da qualche giorno si sta diffondendo sul web – e in particolare su Facebook – la storia di una presunta catastrofe imminente annunciata proprio dalla Nasa. Secondo quanto si legge anche su alcuni giornali online, “alcuni esperti della Nasa” avrebbero infatti “lanciato un allarme” per “un asteroide potenzialmente pericoloso che potrebbe impattare con il nostro Pianeta a dicembre”.

L’asteroide che (stavolta) esiste davvero
A regalare alla bufala catastrofista quel tocco di credibilità in più è l’asteroide che viene chiamato in causa, 2010 GD37, il quale è effettivamente in viaggio nel Sistema solare ed è pure sotto attenta osservazione da parte dell’agenzia spaziale statunitense. Anche la data del 28 dicembre 2019 non è una scelta casuale: il giorno indicato, infatti, coincide con il prossimo passaggio ravvicinato alla Terra.

GD37 è un asteroide piuttosto grande, perché ha un diametro di 1,26 chilometri e una massa superiore a mille miliardi di chilogrammi. Si stima infatti che, nella (remotissma) ipotesi di un impatto con la Terra, l’energia sprigionata sarebbe di 260mila megatoni, più di 10mila volte quella della bomba nucleare di Hiroshima.

Quello che però molti articoli e video non dicono è che oggi esistono modelli predittivi assai precisi, in grado di calcolare con buona affidabilità la traiettoria di questi corpi spaziali per i prossimi decenni. Il centro Cneos della Nasa, in particolare, stima che il passaggio di GD37 a fine anno sarà sì ravvicinato, ma ampiamente a distanza di sicurezza. La minima separazione rispetto alla Terra sarà infatti di 145 raggi terrestri, pari grossomodo a 935mila chilometri. Per dare un’idea della scala di grandezze, la Luna dista da noi poco meno di 400mila chilometri, quindi l’asteroide passerà a una distanza più che doppia.

Dato che comunque tutte le valutazioni e le computazioni sono svolte in termini probabilistici, viene in ogni caso sempre calcolata una probabilità di impatto con la Terra. Nel caso in questione, l’ultima valutazione (del 3 ottobre scorso) ha fornito una probabilità di 7 su 10 miliardi, o di 1 su 1,43 miliardi: il rischio dunque non è considerato significativo. Va detto, infine, che altri passaggi ravvicinati saranno il 21 dicembre 2022 e il 28 dicembre 2024, sempre con distanze dalla Terra e probabilità d’impatto analoghe.

La comunicazione del rischio alla rovescia
Nel dare la notizia, la strategia comunicativa di buona parte dei siti sembra essere il creare panico ingiustificato e l’alimentare allarmismi infondati. Non si spiega altrimenti la scelta di alcune espressioni come “un asteroide di dimensioni preoccupanti” (qualunque cosa significhi), “a tal punto da poter diventare pericoloso”, “il rischio più immediato sembra essere molto prossimo”, “correremo un rischio non da poco” e “presenta una traiettoria che non ci permette di dormire sonni tranquilli”.

Accanto all’allarmismo, l’altro trend comune a tutte le fonti che hanno rilanciato la notizia sembra essere il qualunquismo. Vale a dire, una visione della scienza così grossolana e vaga da avvolgere tutto in un alone di incertezza e indeterminazione. L’idea che “non si possono avere certezze”, infatti, viene enfatizzata dicendo che “non si può, al momento, né confermare né escludere che questo oggetto raggiunga il nostro Pianeta“. Se si applicasse questo ragionamento a qualunque conoscenza scientifica, in pratica dovremmo sospendere il giudizio su qualunque tema, dall’esistenza del bosone di Higgs alla correlazione tra spread e scie chimiche.

A fare da ciliegina sulla torta, infine, sono alcune informazioni totalmente inventate e false, inserite solo per aumentare l’enfasi della presunta notizia. Molti citano, per sottolineare il fantomatico pericolo, le parole del professor Iain McDonald dell’università di Cardiff, che però non ha mai fatto alcuna dichiarazione in merito a GD37, ma si è limitato a dire che “è possibile che un giorno un asteroide impatti sulla Terra”. Del tema della difesa planetaria, tra l’altro, abbiamo più volte già parlato anche qui su Wired.

In molte versioni della bufala si parla invece di “alcuni scienziati della Nasa” come fonte, ma in realtà non risulta che ci sia stata alcuna dichiarazione pubblica, e molto probabilmente le parole utilizzate sono un modo poco trasparente per dire che tutte le informazioni sono state solo dedotte da qualche sito affiliato alla Nasa.

Un’accozzaglia di imprecisioni scientifiche
Come se non bastasse, nel dare la falsa notizia (e traducendola dal presunto originale dell’International Business Times del 27 febbraio) in molti casi sono stati inseriti degli strafalcioni scientifici. Si legge per esempio di “una forza di 260mila megatoni”, quando invece si tratta di un’energia, e poi è scritto che “lo studio è stato portato avanti […] nel periodo corso tra il 5 aprile 2010 e il 9 aprile 2010”, come se alla Nasa avessero lavorato per una settimana scarsa e poi avessero spento tutti gli strumenti.

Si parla poi di un “peso [che sarebbe una massa, ndr] di 2,7 trilioni di chilogrammi”, con una traduzione sbagliata dell’inglese trillion: un trilione è un miliardo di miliardi, mentre un trillion è solo mille miliardi. Qualcun altro, poi, converte i chilometri in miglia senza farsi troppi scrupoli, trasformando 1,26 chilometri di diametro dell’asteroide in esattamente altrettante miglia, per poi arrivare a dire – con un vero capolavoro di equivalenza – che tale lunghezza corrisponde a 2 chilometri. E per concludere con una chicca grammaticale, citando letteralmente il finale della bufala, “che Dio c’è la mandi buona”.


Fonte: WIRED.it
 
 
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